Cookie Consent by Free Privacy Policy website Bollette: Coldiretti, spingono prezzi da +12% pasta a +20% oli
marzo 15, 2022 - Coldiretti

Bollette: Coldiretti, spingono prezzi da +12% pasta a +20% oli

I rincari energetici di #bollette, #benzina e #gasolio si scaricano sui prezzi del carrello della spesa con aumenti tendenziali che vanno dal 9% per la farina al 12% per la pasta, al 6% per il pesce all’11% per il burro, dal 7% per la frutta al 17% per la verdura fino al 20% per gli oli di semi come il girasole importato dall’Ucraina che ha dovuto interrompere le spedizioni. E’ quanto emerge dall’analisi della #coldiretti in riferimento all’ipotesi di un decreto taglia prezzi alo studio del governo per contenere i rincari con il petrolio in frenata, sulla base dei dati Istat a febbraio.

In un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento dei prezzi di #benzina e #gasolio – sottolinea la #coldiretti - ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori con il rischio di alimentare psicosi, accaparramenti e speculazioni.  L’aumento dei costi si estende- precisa la #coldiretti - all’intera filiera #agroalimentare, dai campi all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione ed occorre intervenire nell’immediato per contenerli e non far chiudere le attività produttive e distributive essenziali al Paese.

Per il balzo dei costi energetici – sottolinea la #coldiretti – l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni, allevamenti, e industria di trasformazione nazionale ma anche gli approvvigionamenti alimentari di 5,6 milioni di italiani che si trovano in una situazione di indigenza economica. Il caro energia – spiega la #coldiretti –ferma i trattori nelle campagne, spegne le serre di fiori e ortaggi e blocca i pescherecci italiani nei porti, aumentando la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari.

Gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori – precisa la #coldiretti – sono costretti a lavorare in perdita con i costi superiori ai ricavi a causa dei rincari insostenibili dei prezzi per il #gasolio necessario per le attività dei trattori che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina, la concimazione l’irrigazione che insieme agli alti costi e alle difficoltà di approvvigionamento di concimi e mangimi spingono quasi un imprenditore su tre (30%) a ridurre la produzione. Il prezzo medio del #gasolio per la pesca è praticamente raddoppiato (+90%) rispetto allo scorso anno costringendo i pescherecci italiani a tagliare le uscite e favorendo le importazioni di pesce straniero, secondo #coldirettiimpresapesca che evidenzia come fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata, infatti, proprio dal carburante. Senza dimenticare – continua la #coldiretti – i costi per il riscaldamento delle serre per la produzione di ortaggi e fiori con la necessità di contenere i costi che rischia di far scomparire alcune delle produzioni più tipiche.

Una emergenza – continua la #coldiretti – proprio alla vigilia delle semine primaverili necessarie all’Italia per garantire la produzione di mais, girasole e soia per l’alimentazione degli animali mentre in autunno le lavorazioni serviranno per il grano duro per la pasta e quello tenero per la panificazione, in una situazione sugli scaffali arrivano i primi razionamenti per le difficoltà all’importazione derivate dalla guerra in Ucraina.

“Bisogna intervenire per contenere il caro #gasolio e ridurre la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari” afferma il presidente della #coldiretti #ettoreprandini nel sottolineare che “l’Italia deve puntare ad aumentare la propria produzione di cibo recuperando lo spazio fino a oggi occupato dalle importazioni che, come dimostrano gli avvenimenti degli ultimi anni, sono sempre più esposte a tensioni internazionali e di mercato che mettono a rischio la sovranità alimentare del Paese”.

AUMENTO PREZZI ALIMENTARI AL CONSUMO

Pane                                     + 5%

Farina                                   + 9%

Pasta                                    + 12%

Carne                                    + 3%

Burro                                    + 11%

Pesce fresco                         + 6%

Olio di girasole e altri          + 19%

Frutta fresca                         + 7%

Verdura fresca                     +17%

Fonte: elaborazione #coldiretti su dati Istat febbraio 2022

 

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