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project economART di AMY D Arte Spazio Milano
settembre 03, 2015 - Amy-d

FAST/digiuno
project economART di AMY D Arte Spazio Milano

FAST è un progetto per sottrazione, nato da un’idea di Anna d’Ambrosio, inaugura il 03 settembre cronologicamente dopo “Memorie di equilibrio” del marzo scorso in cui l’elemento acqua, si faceva opera di denuncia del famigerato water grabbing.
In esposizione per “ #fast “inedito progetto economART, opere create attorno al tema del digiuno, non solo come provocazione nell’anno di EXPO 2015 (che doveva essere la piattaforma di confronto di idee e soluzioni sull’alimentazione), ma occasione di riflessione inedita ricca di possibili interpretazioni rigeneranti.
Quasi tutti i lavori in esposizione sono stati pensati appositamente per la mostra, alcuni davano già una lettura personale del digiuno come metafora di altri vuoti e sconfitte.
Scenari totalmente differenti, interpretazioni inedite e inattese del contemporaneo un punto di vista fuori dal coro sul tema del cibo.
FAST, pone il cibo come sottraendo dell’esposizione artistica in cui i rimandi a tematiche sociali, culturali ed economiche sono tutte declinate alla sconfitta dell’umanità proprio come su un campo di battaglia nel giorno della riflessione postuma.
La rinascita, quella proposta da FAST, passa dalla scoperta scientifica, proposta rivoluzionaria di nuove scoperte e interpretazioni, a soluzioni nuove per uno spiraglio etico di esistenza.
L’economART di #amydartespazio lo fa con l’arte responsabile degli artisti in mostra.
Ciò che resta, saranno macerie, tumuli, disgregazioni laceranti e strazianti ma anche una nuova speranza fatta, come dopo un lungo digiuno, di odori forti senza matrici, trasformazioni entropiche dello scarto declinato dal rifiuto organico da macero.
Anna d’Ambrosio


Concept project
Scenograficamente potente #fast si presenterà allo spettatore con un’installazione a semicerchio ( mensa articolata ) con le opere di Daniele Franzi “Casale Monferrato/prescrizione “2013 misure 60x40 in fibrocemento.
Altra installazione sempre dello stesso artista riguarda un carrello (porta vassoi)
con all’interno un unico vassoio usato e deteriorato ( rimando alla nocività dell’Eternit) “Stratospheric Helmets” 2015, armature scultoree, fatte con coltelli, forchette e cucchiai, dell’artista americano Sasha Meret durante l’opening verranno indossate da artisti di entrambi i sessi e si muoveranno a passo di marcia militare con musica in sottofondo (la colonna sonora è originale di una parata militare cinese del 2013). A fine opening le opere indossate saranno depositate in terra su un tumulo in atto di sconfitta e sottomissione.
Durante tutta la durata della mostra, fino al 21 settembre, il progetto si ridurrà x sottrazione (digiuno) a personale con i soli lavori di Sasha Meret come reliquia e monito per una nuova rinascita.
Alle pareti nell’open della galleria i lavori fotografici sul sumo di Marcin Klocek, giovane artista polacco finalista con il progetto Ryogoku district of Tokyo all’edizione Sony World Photography Awards 2015.
Questi lavori saranno stampati su carta fotografica in formati grandi e lacerati durante l’opening. In un’altro spazio della galleria le stesse opere realizzate su carta Fine art saranno messe in vendita (integre).
In fondo alla galleria, in una stanza al buio i nuovi materiali (plastiche smart 100% vegetale) sotto forma di strisce e cocci indicatori olfattivi del cibo da macero, realizzati dal Dipartimento di nanofisica dell’ I.I.T. (Istituto Italiano di Tecnologia) prof. Athanassia Athanassiou responsabile dello Smart Materials Group di Genova.
Anche per questa edizione la galleria #amydartespazio è impegnata nell’arte di far incrociare gli sguardi con progetti che uniscono opere, libri, economia e scienza con l’utilizzo di un metodo in cui il reale si persegue attraverso l’immaginario e solo per via del simbolico.
Con gli artisti si condividono interessi che loro poi traducono in un linguaggio senza il quale non ci sarebbe un percorso vero e proprio viaggio che da forma al mondo.
In soccorso del pianeta, arriva da Genova la plastica generata dai rifiuti di caffè e cannella.
[.......]Per realizzare la loro plastica smart , all’ IIT hanno utilizzato caffè, prezzemolo e cannella. Un materiale 100% green, che in un sol colpo, potrebbe aiutarci a risolvere parte del problema dello smaltimento dei rifiuti biologici. I residui vegetali, come appunto gli scarti di caffè (e/o altri) vengono trattati con solventi e polimeri biocompatibili. In questo modo si arriva ad un materiale malleabile e versatile, del tutto simile alla plastica derivata oggi dal petrolio, ma completamente biodegradabile.
Oltre a non impattare l’ambiente, questi polimeri plastici incorporano le proprietà degli “scarti” da cui sono prodotti fino ad ottenere plastica con proprietà antiossidanti e antimicrobiche.
Approfondimento di Antonio Carnevale

FAST / digiuno
project economART di #amydartespazio #milano
Opening 03 settembre h.18.30 Dal 03/09 _ 21/09/2015
In #mostra opere di Sasha Meret, Marcin Klocek, Daniele Franzi.
Site specific-Plastica smart 2015-nanotecnologia e riciclo a cura di I.I.T (Istituto Italiano di Tecnologia ) prof. Athanassia Athanassiou fisico e ricercatrice, responsabile dello Smart Materials Group di Genova.

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