Con un balzo del 3,8% la #produzione alimentare in Italia cresce più del doppio della media dell’industria rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto emerge dall’analisi della #coldiretti sulla base dei #datiistat relativi alla #produzione industriale che nel primo semestre del 2022 aumenta in media del 1,7%. Si tratta della dimostrazione – sottolinea la #coldiretti – della capacità della filiera #agroalimentare nazionale di garantire l’approvvigionamento della popolazione nonostante uno scenario segnato dall’impennata dei costi di #produzione e dalle difficoltà nel commercio internazionale con accaparramenti e speculazioni.
Un segnale positivo che – continua la #coldiretti – conferma l’importanza di investire in un comparto che rappresenta il 25% del Pil ed è la prima ricchezza del Paese in un momento storico straordinario segnato da guerra e pandemia. “Bisogna dunque intervenire a sostegno del settore per contenere il caro energia ed i costi di #produzione con interventi immediati per salvare le aziende” afferma il presidente della #coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “gli sconvolgimenti che la guerra ha portato, hanno evidenziato come produrre cibo e non dipendere dall’estero sia un tema strategico di sicurezza nazionale per un Paese come l’Italia che deve ancora colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti”.
Le imprese agricole – continua #coldiretti - stanno affrontando un drammatico aumento dei costi, con punte del +250% fra prodotti per l’alimentazione degli animali, fertilizzanti ed energia. Occorre quindi lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che – evidenzia #coldiretti - non scendano mai sotto i costi di #produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. “Bisogna anche investire per aumentare #produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, a tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici” conclude Prandini.
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