Cookie Consent by Free Privacy Policy website Inflazione: Coldiretti, siccità spinge prezzi cibo a +9,6%. Sale a 9 miliardi spesa alimentare famiglie italiane
luglio 29, 2022 - Coldiretti

Inflazione: Coldiretti, siccità spinge prezzi cibo a +9,6%. Sale a 9 miliardi spesa alimentare famiglie italiane

La siccità con il taglio dei raccolti spinge l’inflazione nel carrello della spesa alimentare con un aumento complessivo del +9,6% tra prodotti freschi, come frutta e verdura, e lavorati in una situazione resa già difficile dai #rincari legati alla guerra in Ucraina che colpiscono duramente le imprese e le tavole dei consumatori. E’ quanto emerge dall’analisi della #coldiretti sui #datiistat relativi all’inflazione a luglio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. L’aumento dei prezzi scatenato dal mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici e del taglio dei raccolti a causa del clima costerà nel 2022 alle famiglie italiane quasi 9 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare, secondo l’analisi della #coldiretti.

Frutta e verdura quest’anno costeranno complessivamente alle famiglie dello Stivale 1,97 miliardi in più – sottolinea #coldiretti - e precedono sul podio pane, pasta e riso con un aggravio di 1,65 miliardi, e carne e salumi per i quali si stima una spesa superiore di 1,54 miliardi rispetto al 2021. Al quarto posto la frutta – continua #coldiretti -, con 0,92 miliardi, che precede latte, formaggi e uova (0,78 miliardi), pesce (0,77 miliardi) e olio, burro e grassi (0,59 miliardi) che è però la categoria che nei primi sei mesi del 2022 ha visto correre maggiormente i prezzi. Seguono con esborsi aggiuntivi più ridotti le categorie “acque minerali, bevande analcoliche e succhi”, “zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci”, “caffè, tè e cacao” e “sale, condimenti e alimenti per bambini”.

Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera #agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua la #coldiretti – più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

A spingere i #rincari è anche l’aumento della dipendenza alimentare dall’estero è il fatto che nel 2022 le importazioni di prodotti agroalimentari dell’estero, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, sono cresciute in valore di quasi un terzo (+29%), aprendo la strada anche al rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare, secondo l’analisi della #coldiretti sulla base dei #datiistat relativi ai primi cinque mesi dell’anno.

“Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” afferma il presidente della #coldiretti #ettoreprandini nel sottolineare che “nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro.  In questo contesto è importante – conclude Prandini - l’apertura del Governo alla nostra proposta sulla defiscalizzazione del costo del lavoro”.