Cookie Consent by Free Privacy Policy website Ucraina: Coldiretti, Putin taglia export cibo per 258 mln in Italia per circa la metà del valore si tratta di cereali, soprattutto grano
aprile 05, 2022 - Coldiretti

Ucraina: Coldiretti, Putin taglia export cibo per 258 mln in Italia per circa la metà del valore si tratta di cereali, soprattutto grano

Dalla Russia arriva lo stop alle forniture alimentari ai Paesi considerati ostili come l’Italia che lo scorso anno ha importato cibo da Mosca per un valore di 258 milioni di euro, anche se in aumento del 56%. E’ quanto emerge dall’analisi della #coldiretti sui dati Istat sugli effetti della minaccia del presidente Vladimir #putin sul fatto che la Russia dovrà essere "più prudente" con le esportazioni di cibo all'estero, "specialmente verso i Paesi ostili".

Circa la metà del valore delle esportazioni alimentari russe in Italia riguarda i cereali per un importo di 136 milioni e tra questi – sottolinea la #coldiretti – soprattutto il grano per un quantitativo di circa 153 milioni di chili, dei quali 96 milioni di chili di tenero per la panificazione e 57 milioni di chili di duro per la produzione di pasta. La Russia – precisa la #coldiretti – è diventato il principale esportatore mondiale di grano ma la dipendenza dell’Italia risulta limitata con appena il 2,3% del totale del grano importato dall’estero, tra duro e tenero. Da segnalare che dalla Russia arriva in Italia per un valore di circa 58 milioni di euro anche olio di semi ma per questo prodotto – continua la #coldiretti - i problemi maggiori per l’Italia sono dovuti soprattutto alle difficoltà di esportazione nella Penisola dall’Ucraina che erano pari a 326 milioni di euro. Dall’Ucraina in Italia arriva anche ben il 13% delle importazioni di mais destinato all’alimentazione degli animali per un totale di 785 milioni di chili e appena il 2,7% delle importazioni di grano tenero per la panificazione per un totale di 122 milioni di chili, secondo l’analisi #coldiretti su dati Istat relativi al 2021.

L’Italia peraltro – precisa la #coldiretti – importa circa la metà del mais di cui ha bisogno per oltre 6 milioni di tonnellate provenienti prevalentemente da Ungheria 30% (1,85 milioni di tonnellate), Slovenia 13% (780 mila tonnellate) e appunto Ucraina (770 mila tonnellate), secondo lo studio Divulga.

Va tuttavia segnalato – continua la #coldiretti – che tra pochi mesi inizierà la raccolta del grano seminato in autunno in Italia dove – precisa la #coldiretti – secondo l’Istat si stimano 500.596 ettari a grano tenero per il pane, con un incremento dello 0,5% mentre la superfice del grano duro risulta in leggera flessione dell’1,4% per un totale di 1.211.304 ettari anche se su questa prima analisi pesano i ritardi delle semine per le avverse condizioni climatiche che potrebbero portare a rivedere il dato al rialzo. 

Positiva – secondo la #coldiretti – è anche la notizia della prima spedizione di migliaia di tonnellate di mais dall’Ucraina attraverso il treno diretto ai confini ovest con i porti del Paese che rimangono bloccati a causa dell’invasione russa. “In questo contesto è importante il via libera dell’Unione Europea alla semina in Italia di altri 200mila ettari di terreno per una produzione aggiuntiva di circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione, necessari per ridurre la dipendenza dall’estero” afferma il Presidente della #coldiretti #ettoreprandini nel sottolineare “si tratta di un quantitativo che nel medio periodo può aumentare di almeno cinque volte con la messa a coltura di un milione di ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua”.