Dopo il successo di #Golosaria, uno dei più grandi conoscitori del Gusto Italiano rivela che la regione da scoprire è il Molise e approva i Weekend con il gusto del cibo e del bello.
Di Beba Marsano
È il papà de ilGolosario, annuario delle cose buone d’Italia; di Golosaria, vetrina d’eccellenza del piccolo artigianato alimentare italiano; di Papillon, associazione nazionale votata alla riscoperta dei sapori dimenticati. Lui è Paolo Massobrio, enogastronomo, sommelier, giornalista, scrittore, profeta del (buon)gusto dagli interessi sterminati. Un esempio? Il #vino da messa, a cui ha dedicato seminari internazionali. Per noi si confessa attraverso la geografia del cuore. Eccola
Quali territori, attraverso iniziative tipo consorzi, strade del #vino o dei sapori, sono riusciti meglio di altri a lavorare sull’immagine nel rispetto dell’identità?
Mi ha colpito molto l’iniziativa della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Longobardi nel bresciano, che per festeggiare i suoi vent’anni ha mostrato che la chiave del successo è quella dell’arte, del gusto e della storia. Un grandissimo lavoro, che ha fatto emergere l’identità di un territorio di nove comuni che difficilmente avrebbero lavorato insieme. Poi ho apprezzato le iniziative della Camera di Commercio di Viterbo e di Confartigianato Cuneo: hanno messo insieme tanti piccoli produttori e sono riusciti a farli conoscere durante il lockdown con efficaci iniziative a distanza. Ma soprattutto hanno realizzato libri e depliant molto belli, curati, non banali.
I tuoi luoghi “con gusto”, capaci di coniugare natura, buona tavola e arte?
Il mio luogo del cuore è il Monferrato: natura a pieni polmoni fra le colline, arte con le chiese che custodiscono i dipinti del Moncalvo, i castelli, le pievi romaniche o le abbazie come quella clamorosa di Santa Maria di Vezzolano
Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare
Paolo-Massobrio-e-Tessa-Gelisio-con-i-relatori-del-talk-22Il-Gusto-della-Colleganza22
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