Cookie Consent by Free Privacy Policy website Slow Fish riparte… dal pesce in scatola e da quello surgelato
luglio 01, 2021 - Slow Food

Slow Fish riparte… dal pesce in scatola e da quello surgelato

Da oggi fino al 4 luglio, a #genova, l'occasione per scoprire che cosa significa un #pesce buono, pulito e giusto

Slow Fish, la manifestazione organizzata da Slow #food e Regione Liguria, comincia oggi e prosegue fino a domenica 4 luglio coinvolgendo i visitatori del centro storico di #genova in incontri, percorsi di educazione, degustazioni e consigli per acquisti consapevoli. Tutto il programma è su www.slowfish.it

Slow Fish riparte dal tonno in scatola e dal #pesce surgelato. No, non siamo impazziti: continuiamo a credere in una pesca artigianale, sostenibile e il meno impattante possibile sugli ecosistemi acquatici, e in prodotti stagionali, freschi e locali. Ma non parlare di tonno in scatola e di surgelati significherebbe ignorare il mondo reale. E allora parliamone. 

La parola ai dati

La pandemia di Covid-19 ha stravolto la vita di milioni di persone in tutto il mondo in molti modi diversi. Anche i consumi alimentari sono cambiati: per diversi mesi del 2020 non è stato ad esempio possibile mangiare nei locali pubblici. È tanto evidente quanto scontato che i pranzi e le cene di tutti noi siano stati diversi dal solito, e così anche il modo di fare la spesa e gli alimenti scelti, spesso sono dovuti cambiare. A fotografare le abitudini degli italiani è Ismea, l'istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, nel rapporto intitolato Consumi ittici a più di un anno dall'inizio dell'emergenza Covid-19.

A livello generale (e quindi non limitatamente al consumo di pesce) "nel trimestre marzo-maggio 2020 l'aumento del valore degli acquisti è stato a doppia cifra, superando in alcune settimane di marzo addirittura il 20%" si legge nel rapporto. "Con l'allentamento delle misure nell'estate 2020 l'andamento degli acquisti si è riavvicinato ai valori del 2019 per poi ricominciare a correre verso l'autunno, con i primi segnali della recrudescenza del virus, senza tuttavia mai toccare i picchi registrati durante la prima fase di emergenza".

Nel rapporto viene sottolineato che "i primi comparti a registrare un incremento sostenuto delle vendite sono stati quello delle uova, delle farine, dei surgelati, del tonno e dei salumi confezionati (con incrementi superiori al 20%)". Complessivamente, i prodotti ittici hanno registrato vendite "superiori di quasi il 7% sull'anno precedente, in decisa controtendenza rispetto all'andamento negativo mostrato nel 2019". 

Nel 2020, va detto, il fresco ha continuato a rappresentare quasi il 50% della spesa totale destinata al #pesce ma, tra quelli del mercato ittico, è stato il comparto a essere cresciuto meno (+2,8% rispetto al 2019), a causa di un mix di fattori tra cui una domanda meno vivace e un'offerta ridotta dovuta allo stop subito da molte barche nei mesi di lockdown. 
Il #pesce surgelato, al contrario, è cresciuto con percentuali a doppia cifra (+18,7% quello confezionato, +11,6% quello sfuso), mentre il conservato (che conta per circa il 22% del totale), come il famigerato tonno in scatola, è cresciuto del 5,3%.

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare

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