Cookie Consent by Free Privacy Policy website Associazione per l'Agricoltura Biodinamica: soddisfazioni ma anche preoccupazioni per la strategia "Farm 2 Fork" lanciata dalla Commissione Europea
maggio 22, 2020 - Associazione Agricoltura biodinamica

Associazione per l'Agricoltura Biodinamica: soddisfazioni ma anche preoccupazioni per la strategia "Farm 2 Fork" lanciata dalla Commissione Europea

La Commissione Europea lancia la strategia "Farm 2 Fork", "dal produttore al consumatore". L'obiettivo più eclatante del "Green Deal" europeo è far sì che entro 10 anni il 25% della superficie agricola europea sia coltivata con metodo biologico, triplicando così l'attuale 8%.

Più che una strategia produttiva potrebbe definirsi un salto di paradigma, che fa balzare l'Italia in una posizione di vantaggio, grazie al suo attuale 16% di superficie agricola coltivata con metodo biologico e al suo primato mondiale nelle esportazioni di prodotti biologici e biodinamici. La domanda internazionale di alimenti bio è in continua crescita e gli ultimi due mesi segnati dall'emergenza COVID - 19 hanno contribuito ad un'impennata, con punte che superano il 25% d'incremento. A differenza dei nostri competitor, però in Italia è attiva una reazione contro il bio, che potrebbe riuscire a bloccare lo sviluppo del Paese. Parti più conservatrici del mondo accademico tengono ferme formazione e ricerca in #agricoltura biologica e biodinamica, che all'estero vedono invece attive da decenni le più importanti università. L'Italia è anche priva di una legge di settore, sgradita ai poteri multinazionali e ferma al Senato da 18 mesi, col rischio di un suo sostanziale depotenziamento, nonostante sia stata approvata alla Camera pressoché all'unanimità e goda dell'appoggio del mondo agricolo. Inoltre l'applicazione italiana della PAC, la politica agricola UE, che rappresenta, col 38%, la prima voce di bilancio, rischia di sprecare l'occasione del potenziamento agroecologico (20 miliardi di incentivi UE), perdendosi in mille rivoli e interessi in direzione confusa e opposta al bio e ai mercati.

Un secondo obbiettivo del F2F, che occorre valutare con circospezione, è quello della dieta sana contro l'obesità e le più diffuse malattie, che però vede l'adozione di etichette "salutistiche", che rischiano di segnalare come pericolosi per la salute proprio alcuni prodotti tipici della dieta mediterranea, olio extravergine e formaggi tipici.

Gli altri tre obiettivi F2F confermano la direzione bio come punto di arrivo UE: ridurre del 50% l'uso e l'impatto dei pesticidi al 2030 e vietarli per il 2050, bloccare l'uso pericoloso di antibiotici negli allevamenti, che induce resistenza sui più pericolosi batteri, abbandonare i concimi sintetici e produrre in azienda i fertilizzanti col riciclo dei residui colturali. I cinque obbiettivi vanno letti insieme all'altra strategia varata dalla Commissione, quella della Biodiversità, che punta ad almeno il 30% delle aree rurali e marine europee protette e ad almeno il 10% dei suoli agricoli destinati alla biodiversità.

"A ben vedere esistono già le linee guida che contengono con grande preveggenza e rigore, esattamente questi indirizzi. Sono le linee demeter dell'agricoltura biodinamica, varate già alla fine degli anni Venti del Novecento e che ispirarono largamente i regolamenti UE sul biologico. – afferma #carlotriarico, Presidente dell'Associazione per l'Agricoltura Biodinamica - Esse prevedono esattamente quelli che oggi sono gli obbiettivi della Commissione: assenza di pesticidi di sintesi e di antibiotici, massima cura al valore nutrizionale dei prodotti, destinazione alla biodiversità di almeno il 10% della superficie aziendale, obbligo di uso dei concimi da sostanze naturali provenienti dall'economia circolare dell'azienda stessa. Oggi proprio la presa in considerazione degli standard biodinamici, l'introduzione di corsi di laurea e istituti di ricerca in #agricoltura biologica e biodinamica, il varo della legge di settore, la destinazione chiara della PAC al potenziamento del lavoro agricolo nel #green Deal, sarebbero le carte per rivendicare la leadership italiana sull'agricoltura europea. Una partita che vede l'Italia in un ruolo chiave e che può essere vinta con la qualità dei suoi agricoltori e la scelta saggia dei cittadini che sempre più scelgono il bio."