Cookie Consent by Free Privacy Policy website Vino, cresce il turismo nell’area di produzione vino Chianti: più 10% degli arrivi in un anno
giugno 21, 2019 - Consorzio Vino Chianti

Vino, cresce il turismo nell’area di produzione vino Chianti: più 10% degli arrivi in un anno

Lo studio Wine Monitor Nomisma per Consorzio Vino Chianti

Cresce il turismo nell'area di produzione vino Chianti: più 10% degli arrivi in un anno

Uomo, tra i 35 e i 44 anni, e un livello di istruzione medio alto: è il profilo di chi sceglie l'enoagriturismo. Il presidente Busi:"Vino attrazione forte e consolidata, terreno favorevole per implementare strategie di promozione"

Firenze, 21 giugno 2019 - Una crescita del 10% in un anno se guardiamo agli arrivi, dell'8% sulle presenze. E' il turismo nell'area vino Chianti che cresce, attrae e si conferma settore strategico. I numeri li ha messi nero su bianco la ricerca Wine Monitor Nomisma per Consorzio Vino Chianti, presentata oggi a Firenze, che ha tracciato tendenze e profili di chi sceglie l'enoagriturismo. Dall'indagine svolta su un campione di 800 persone, tra 18 e 65 anni, è emersa una fotografia abbastanza nitida: uomo, tra i 35 e i 44 anni, livello di istruzione e reddito medio alto. Un intervistato su 4 ha dichiarato che gli piacerebbe fare una vacanza per visitare cantine e vigneti. La Toscana resta la regione in vetta alle preferenze, citata dal 21% degli intervistati, e il territorio di produzione #vino Chianti si rivela destinazione preferita con il 37% delle risposte. 

Secondo la ricerca Nomisma, nel 2018, nell'area di produzione vino Chianti si sono registrate più di 1.230.000 arrivi (42% italiani e 58% stranieri), il 9% sul totale della Toscana che sfonda quota 14 milioni. Le presenze sono state quasi 3,5 milioni (44% italiani e 66% stranieri), il 7% sul totale regionale. Dal confronto tra il 2017 e il 2018 emerge una crescita più marcata dell'enoagriturismo, il doppio o più, rispetto al già buon risultato del +4% nelle presenze e negli arrivi in regione. L'aumento più marcato si registra sugli stranieri, il 13% in più rispetto al 2017 

"I vini Dop della Toscana sono un'attrazione forte e consolidata per il turismo, soprattutto internazionale - dichiara Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti -  Le tendenze ci offrono una visone ottimistica per il futuro, un terreno favorevole per implementare le strategie di promozione e valorizzazione del prodotto alla luce anche dei dati sulle esportazioni, sia nel mercato europeo che extraeuropeo" 

"Il #vino in Toscana rappresenta un elemento di eccezionale attrazione per la storia che rappresenta e la qualità riconosciuta in tutto il mondo - commenta Stefano Ciuoffo, assessore regionale al Turismo -  Chianti è sinonimo di quel concetto del 'buon vivere toscano' che diventa l'elemento ricercato per un turista maturo con la voglia di scoprire una terra al di fuori di un mordi e fuggi stereotipato. Un turista che vuole vivere un'esperienza anche attraverso il gustare un ottimo #vino e il toccare con mano dove questo nasce. Anche per questo l'offerta turistica in loco si è andata strutturandosi offrendo a questo pubblico esigente e fidelizzato che spesso torna per la seconda e terza volta. È un driver importantissimo per far conoscere la Toscana" 

I vini rossi Dop della Toscana infatti  sono leader in Europa. Un valore complessivo delle esportazioni nel 2018 pari a  518,6 milioni di euro, contro i 273,7 del Veneto e i 242 milioni del Piemonte in tutti i principali mercati, in particolare in  Germania, Uk, Francia, Paesi Bassi e Belgio. Crescono le esportazioni di vini rossi Dop della Toscana anche nei paesi extra Ue. Un aumento in molti casi superiore alla media nazionale: dal 2013 al 2018 l'export ha fatto registrare un più 17% negli Usa (più 12% il dato nazionale) e ben +47% in Svizzera (è del 16% la crescita italiana). Bene anche il Canada, con un aumento del 16% contro il 10% della media nazionale. La Toscana conquista la vetta della classifica per valore dei vini rossi esportati rispetto a quelli veneti e piemontesi nei principali mercati, compresi Giappone e Cina, con un valore nel 2018 pari rispettivamente a 14,2 milioni di euro e 10 milioni di euro.

 

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