Cookie Consent by Free Privacy Policy website Novità: budino al cioccolato come dal ricettario della nonna - TIS e Lüch da Pcëi sviluppano dessert al cioccolato partendo da soli 4 ingredienti
settembre 22, 2015 - TiS

Novità: budino al cioccolato come dal ricettario della nonna - TIS e Lüch da Pcëi sviluppano dessert al cioccolato partendo da soli 4 ingredienti

La lista degli ingredienti dei prodotti alimentari di oggi spesso è molto lunga, con un elenco di additivi complesso. Lüch da Pcëi, un’azienda agricola della Val Badia, si caratterizza per gli ingredienti di base tradizionali e ha sviluppato in collaborazione con il Cluster Alimentaris del #tis innovation park il primo budino al cioccolato fatto di latte vaccino altoatesino. Confezionato in un vaso ecologico, consiste di soli quattro ingredienti: latte, zucchero, amido e cacao. Budino al cioccolato come dalla nonna? Mmmmmhhh, buono! Ma farlo da sé? Per molti è spesso troppo complicato, quindi la corsia dolci del supermarket diventa la soluzione: c’è grande scelta di budini e altri dessert e una lettura attenta della lista degli ingredienti richiederebbe del tempo. Le miscele per budino standard contengono in effetti diversi aromi, addensanti, conservanti o dolcificanti, quindi additivi che non hanno molto a che fare con il budino della nonna. Lo hanno notato anche Marina e Luca Crazzolara, della Lüch da Pcëi in Val Badia, e si è svegliata la loro ambizione: fare una budino al cioccolato con il latte delle loro mucche rinunciando il più possibile agli additivi. La famiglia Crazzolara, nonostante la sua consolidata esperienza nella produzione di yogurt e formaggi, si è rivolta ugualmente al Cluster Alimentaris del #tis innovation park per chiedere uno specifico supporto tecnico. Insieme hanno quindi lavorato alla ricetta e al processo produttivo, ottenendo una budino al cioccolato cremoso fatto di soli quattro ingredienti: latte, zucchero, amido e cacao. Una ricetta come dal libro di cucina della nonna «Volevamo preparare un dessert al cioccolato il più naturale possibile, come facevano le nostre nonne e le nostre mamme che, partendo da pochi ingredienti, portavano in tavola piatti ottimi», racconta Marina Crazzolara. «Oggi bisogna quasi avere studiato chimica per capire cosa è contenuto nei nostri alimenti» prosegue strizzando l’occhiolino. Naturalmente gli additivi non sono nocivi, ma la famiglia Crazzolara desiderava comunque lavorare con il minor numero possibile di ingredienti e che questi fossero familiari a tutti. I loro clienti dovevano poter capire facilmente e velocemente che cosa c’era nel nuovo prodotto. L’ingrediente principale - il latte - proviene dalle 60 vacche da latte dell’azienda agricola, poi ci vanno lo zucchero e il cacao. La scelta è caduta sul cacao, un po’ costoso ma davvero di ottima qualità, del produttore di cioccolata italiano Domori. Il budino, così, contiene come unico additivo l’amido, un addensante derivato da amido di mais privo di ogm. Anche la nonna doveva addensare il budino per dargli la giusta consistenza. «Per noi era particolarmente importante che il budino diventasse cremoso. Per questo abbiamo provato alcuni tipi di amido e altri agenti addensanti finché non siamo stati soddisfatti del risultato», racconta Bettina Schmid, manager del Cluster Alimentaris, che con il suo team ha accompagnato lo sviluppo di questo prodotto. Quattro ingredienti in un vaso I test non sono stati fatti solo sulla composizione degli ingredienti e sul gusto, perché anche la conservabilità e la durata del budino sono aspetti importanti, tanto che al di sotto delle tre settimane è quasi impossibile essere interessanti per il commercio. La linea di produzione alla Lüch da Pcëi è stata quindi impostata in modo che il budino avesse un termine di scadenza di 35 giorni. Oggi c’è un cremoso “Choco-Dessert” della Lüch da Pcëi in vaso di vetro ecologico da 180 grammi in tutti i negozi “Lüch da Pcëi“ della Val Badia, da Pur Südtirol, nelle panetterie Franziskaner e nelle panetterie Gasser a Bressanone, nel negozio di specialità Lanz a Sciaves e nel caseificio di specialità Capriz a Vandoies, alla Kaufhaus Schäfer di San Candido e in diversi altri punti vendita selezionati dell’Alto Adige e del resto d’Italia. Il gusto “cioccolato” del budino potrebbe aprire la strada anche ad altre varietà. Per la classica “vaniglia” la sfida principale è rappresentata dal colore, dato che la tonalità di giallo che noi abitualmente associamo alla vaniglia è difficilmente ottenibile senza aggiungere coloranti. Ma anche in questo caso, forse la Lüch da Pcëi e il Cluster Alimentaris riusciranno a trovare una soluzione come avrebbe fatto la nostra nonna, da applicare in grande stile.

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