Cookie Consent by Free Privacy Policy website Expo 2015 - Agronomi da tutto il mondo portano a Expo Milano 2015 la fattoria globale
maggio 29, 2015 - Expo 2015

Expo 2015 - Agronomi da tutto il mondo portano a Expo Milano 2015 la fattoria globale

La fattoria di montagna ideale è quella dell’Europa Centrale, che sa coniugare l’economia della produzione di legname della Slovenia all’attività agrituristica dell’Austria, pur in condizioni climatiche limitative e con una collocazione in zone marginali. A rivelarlo il Centro studi del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali (CONAF) che ha presentato oggi nel Padiglione World Association of Agronomists della Fattoria Globale ad Expo 2015 la prima delle case history sui luoghi di produzione di cibo nel mondo, con 570 milioni di fattorie mappate in tutto il Pianeta. Sono intervenuti al convegno moderato dal giornalista di Italia Oggi Luigi Chiarello, Fabio Palmeri, dottore forestale di Bolzano, Matteo Martinet, dottore agronomo di Aosta, Ulrico Feitknecht, dottore agronomo della Svizzera Italiana, Andrea Sisti, participant director padiglione WAA, Mattia Busti, consigliere nazionale Conaf. “Nel corso dei nostri convegni - ha dichiarato Andrea Sisti – racconteremo case history specifiche, illustrandone le best practices. In questo percorso che WAA proporrà per tutto il periodo di Expo Milano 2015 coinvolgeremo padiglioni di altre nazioni”. I lavori della WAA culmineranno in settembre, con il Congresso Mondiale degli agronomi, che si chiuderà con la sottoscrizione della Carta delle Fattorie Globali. “Nella gestione delle aziende di montagna – ha spiegato Andrea Busti – la parte forestale è integrante e non antitetica alla parte agricola. Stando alle stime della FAO, la pressione dell'uomo sulle foreste rappresenta un problema in alcune zone dell'emisfero Australe, ma in Europa e in particolare in Italia le leggi nazionali hanno affrontato con efficacia la questione, portando ad un aumento della superficie boschiva”. Martinet e Feitknecht hanno illustrato le realtà di Valle d'Aosta e Svizzera. “In Valle d'Aosta – ha spiegato Martinet – il rapporto tra fauna e ambiente è delicato, certe specie animali creano danni al suolo agricolo, per cui occorre intervenire per riequilibrare la densità della fauna”. In Svizzera l'attenzione del mondo agricolo è indirizzata alla biodiversità, come ha illustrato Feitknecht: “I contributi assegnati per favorire la biodiversità sono aumentati, così come i contributi per sistemi di produzione che salvaguardano ambiente e animali”. La fattoria di montagna in Slovenia è di proprietà, ha una dimensione media di 7 ettari di cui l’85% ricoperta da boschi, con il rimanente destinato alle coltivazioni agricole ad uso esclusivo della famiglia coltivatrice. La superficie boscata è caratterizzata da faggi e querce, ha un assetto fitosanitario sano e la produzione di legname è di qualità. Nel contesto sloveno la farm rappresenta un’importante risorsa: il legno è la materia prima più diffusa e un’efficace fonte di energia per un futuro sostenibile e produttivo. La fattoria austriaca La fattoria tipica delle Alpi austriache salisburghesi possiede 10 vacche da latte, 10 giovenche e altrettanti vitelli. Dalla produzione zootecnica riesce a ricavare solo il 10% del reddito familiare. L’attività agricola è condotta interamente in biologico – l’Austria è leader europeo per la produzione in biologico (19,5%) – e la famiglia integra il reddito con altre due attività: il lavoro dei maschi al di fuori dell’azienda per il 70% e il 20% attraverso attività agrituristica. Nel maso ci sono un massimo di 10 posti letto.

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