Cookie Consent by Free Privacy Policy website Vino, Villa Travignoli compie 550 anni: è una delle aziende più longeve d'Italia
settembre 14, 2023 - Villa Travignoli

Vino, Villa Travignoli compie 550 anni: è una delle aziende più longeve d'Italia

E' una delle 150 aziende più longeve d'Italia: quest'anno compie 550 anni di storiaVilla Travignoli da cinque secoli e mezzo è sinonimo di eccellenza nella produzione vitivinicola: situata a Pelago, sulle colline della zona del Chianti Rufina, conta 90 ettari di terreno, 70 dei quali dedicati a vigneti rigogliosi, mentre il resto della terra è dedicata alla coltivazione delle migliori olive. La posizione geografica e il terreno costituito da calcare, argilla e galestro, tra i 250 e 400 metri sul livello del mare, rendono perfetta la coltivazione di uve, come Sangiovese, vitigno caratteristico del Chianti, Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon e Sauvignon Blanc, e quindi la produzione di vini pregiati.

"Quello che festeggiamo oggi è un traguardo che ci riempie di orgoglio: il #vino è da secoli la nostra passione, la mettiamo in ogni singola bottiglia che produciamo, e il successo e la longevità dell'azienda dimostrano che siamo riusciti a condividerla" afferma Giovanni Busi, alla guida di Villa Travignoli.

"Un traguardo straordinario che ha saputo tenere insieme la storia e la tradizione di questo territorio e di questa azienda ma nello stesso ha saputo innovare e migliorare i prodotti. Oggi è un'azienda che porta il nome del Chianti in tutto il mondo e sicuramente fa prodotti di altissima qualità, da quando questi poderi erano di proprietà  dello Spedale di Santa Maria Nuova fino all'arrivo della famiglia Busi che  sicuramente ha dato una spinta innovativa eccezionale" ha detto la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, consegnando alla famiglia Busi un riconoscimento da parte della Regione. "Si riafferma questo modello toscano  che ha tenuto conto della storia e della tradizione del territorio ma nello stesso tempo ha saputo adeguarsi ai cambiamenti del tempo e ha saputo stare sul mercato portando il nome della Toscana in giro per il mondo con grande qualità e valore. Le istituzioni di fronte a queste realtà devono solo dire grazie e stare a fianco con gli strumenti che abbiamo con la programmazione dei fondi Fears e con le altre risorse  che mettiamo a disposizione per l'internazionalizzazione dei nostri prodotti e la commercializzazione. E' doveroso dimostrare che siamo orgogliosi di avere sul territorio aziende  così importanti".

La storia di Villa Travignoli affonda le radici nella tradizione etrusca: nella tenuta è stata ritrovata una stele etrusca risalente al 500 a.C. che raffigura un sontuoso banchetto con abbondanti vasi di #vino. Nel 1100, alcuni monaci del Monastero di Vallombrosa menzionano la località Travignoli in una pergamena descrivendolo come un luogo in cui già si lavorava la terra. Nel 1473, Travignoli diventa una "Casa da Signore" con tre poderi, lasciata in eredità da Aloisia Lotti all'Ospedale fiorentino Santa Maria Nuova: nel 1607 Barnaba degli Oddi, lo spedalingo di Santa Maria Nuova, descrive la Fattoria di Travignoli come una delle più grandi dell'Ospedale, con 11 poderi, 2 frantoi, granai e ampie cantine. Nell'Ottocento la Fattoria passa alla famiglia Fiaschi e in seguito al matrimonio di Sofia Cuccoli Fiaschi con Francesco Busi, diventa proprietà della famiglia dei conti Busi. Durante il secolo scorso la Fattoria riceve importanti riconoscimenti e premi tra i quali il Gran Premio e medaglia d'oro per l'ottima produzione di #vino Chianti alla prima Esposizione Internazionale a Roma (1924). Si deve a Giampiero Busi, nel 1960, il rinnovo dell'azienda, dalla mezzadria alla conduzione diretta, e la creazione della moderna impresa con nuovi vigneti e cantine all'avanguardia. 

L'Azienda Travignoli nel 2011 ha ricevuto il premio "Italia 150" conferito dall'Unioncamere Nazionale come una delle 150 imprese storiche italiane.
Attualmente la tenuta produce 450mila bottiglie di #vino all'anno, di cui il 70% viene esportato all'estero, dall'America all'Oriente.

"La nostra lunga storia per noi è uno stimolo a guardare avanti, a migliorare la qualità della nostra produzione" commenta Giovanni Busi. "Negli ultimi sette anni abbiamo rifatto 27 ettari di nuovi impianti di vigne, soprattutto di Sangiovese, per alzare sempre di più il livello di eccellenza dei nostri vini. L'obiettivo per il futuro è valorizzare le produzioni facendole conoscere a un pubblico ancora più ampio, puntando sulla qualità".

Da alcuni anni Villa Travignoli ha aperto le porte al pubblico, proponendo per i wine lovers vere e proprie esperienze enoturistiche come tour guidati in cantina e nei vigneti, degustazioni di vini pregiati e d'annata e pranzi tipicamente toscani.


Storia

Travignoli, situata sulla strada che porta a Pelago e Vallombrosa, già nel toponimo indica che anticamente vi si coltivava la vite; vi è stata rinvenuta infatti una stele etrusca databile al 500 a. C. raffigurante un banchetto con libagioni di #vino, oggi al Museo Archeologico di Fiesole. 

La località è citata per la prima volta nel 1100, in una pergamena di Vallombrosa, ma, più specificatamente, è datato 1473 il primo documento che certifica l'esistenza di una "casa da signore" con podere rurale annesso. La vigilia di Natale del 1473 viene rogato l'atto notarile in cui la vedova Aloisia Lotti dona Travignoli insieme a due altri poderi confinanti, Poggiolino e Gavignano, all'Ospedale di Santa Maria Nuova, l'antico ospedale della città fondato nel 1288 da Folco Portinari, padre della famosa Beatrice amata da Dante. 

Si costituisce così il primo nucleo della grande fattoria che Santa Maria Nuova avrà nella zona di Pelago. Dai tre poderi iniziali e una casa da signore con poche stanze, ben presto l'Ospedale di S. Maria Nuova iniziò ad acrrescere la proprietà, con lasciti ed acquisti fino ad arrivare, nel 1600 a 11 poderi, boschi, due frantoi, granai, vaste cantine. L'ingresso della fattoria era dalla strada a levante, verso la valle, si passava poi in una loggia, oggi chiusa, e poi in un cortile leggermente in salita, allora a ciottoli. Vi si producevano #vino, olio, grano, cenere per il sapone, lana. Data la sua importanza la fattoria era spesso visitata dallo spedalingo di Santa Maria Nuova, che all'interno della villa aveva una cappellina e le sue stanze private. Lo spedalingo Barnaba degli Oddi, nel 1607, descrive l'appartamento assai comodo; gli inventari ci elencano alcune opere d'arte, prevalentemente di carattere religioso, che adornavano le stanze e la cappella.

Il nucleo originario del 1473 continua ad essere incrementato nel corso dei secoli, con ampliamento della struttura dell'edificio (testimonianza ne sono gli stemmi degli spedalinghi di Santa Maria Nuova, apposti in facciata e in cortile), così come viene ampliato il numero dei poderi, che nel 1707 sono ben 14. In questo anno viene ricordata anche la nuova cappella costruita fuori dalla villa, verso la strada.

Nel 1820 a seguito delle soppressioni, il complesso di Travignoli viene acquistato dalla famiglia Fiaschi, originari di Fiesole. Domenico Fiaschi, diviene direttore Generale della Zecca di Firenze e il granduca Leopoldo II di Lorena gli concederà di coniare le monete con il proprio stemma; si ritirerà poi a vivere a Travignoli, insieme alla figlia Tullia, che nel 1838 sposerà Pietro Cuccoli. 

Nel corso dell'Ottocento la storia di Travignoli si intreccia di nuovo con la città perchè Tullia, donna coltissima, finanzierà e ospiterà a Travignoli l'architetto Emilio de Fabris, vincitore del concorso per il compimento della facciata del Duomo. Egli in cambio ristruttura la villa, creando il grande scalone centrale e il fabbricato che lega la villa alla cappella esterna. 

Nel 1889, Sofia, unica erede dei Cuccoli Fiaschi, sposa il conte Francesco Busi, figlio di quel Clemente Busi, vicino alle correnti democratiche nei moti del 1848. Clemente, laureatosi in Giurisprudenza a soli 20 anni, conobbe e frequentò Giuseppe Mazzini e fu segretario di Giuseppe Montanelli, che lo volle come suo segretario degli esteri. Insieme contribuirono al sogno di creare un'Assemblea Costituente Toscana. Per il suo impegno politico e per i numerosi saggi politici pubblicati, nel 1868 Ferdinando IV gli conferì il diploma e la croce dell'Ordine di San Giuseppe.

La produzione vinicola di travignoli nel corso del Novecento è fiorente: Clemente Busi nel 1927 fu tra i fondatori del Consorzio Chianti Putto e nel 1924 aveva ricevuto alla prima esposizione internazionale a Roma, il Gran Premio e la medaglia d'oro per l'ottima produzione di #vino Chianti. 
Si deve a Giampiero Busi, nel 1960, il rinnovo dell'azienda, dalla mezzadria alla conduzione diretta, e la creazione della moderna impresa con nuovi vigneti e cantine all'avanguardia. 
L'Azienda Travignoli nel 2011 ha ricevuto il premio "Italia 150" conferito dall'Unioncamere Nazionale come una delle 150 imprese storiche italiane.